libro san vito lo capo fabio balocco - no marine resort

San Vito Lo Capo. Sicilia. Italia. Ripensare il turismo di massa e non solo.

DI MARIA LAURA GERACI

Fabio Balocco è un grande amico del Comitato No Marine Restort e gode di tutta la mia stima per le sue competenze e per l’impegno profuso in innumerevoli battaglie, come anche la nostra, condotte al fianco e nell’interesse di varie comunità territoriali.
Quando è venuto a trovarmi a San Vito, più o meno un anno fa, mi ha chiesto un breve contributo avente ad oggetto i passaggi salienti del “caso” Marina Bay per la stesura di un libro sul turismo di massa.

Oggi “San Vito Lo Capo. Sicilia. Italia” è stato edito da Antipodes ed è disponibile su IBS, Feltrinelli e Mondadori.

Rileggere i punti essenziali della nostra battaglia al marine resort, a posteriori, fa una certa impressione.
Se non altro perché trapela vivido il ricordo della rabbia e dell’incertezza cui siamo rimasti appesi, come comitato e come cittadini, per oltre un anno, nelle more dell’attesissimo no a quello scempio.
Un “no” che noi speravamo fosse aprioristico, senza se e senza ma, perché non sempre occorre entrare nel merito delle proposte se queste distano anni luce dal futuro che immaginiamo.
Oggi quella rabbia è un po’ sopita, dal tempo e forse dalla maggiore coscienza diffusa sulla necessità di intraprendere percorsi sempre più trasparenti e dialogici tra le parti coinvolte.

Ciò che ne traggo oggi è che l’esperienza del nostro comitato è l’esperienza di altri 10, 100, 1000 comitati in Italia e nel mondo (il titolo del libro non è casuale).

È l’esperienza di cittadini comuni che hanno avuto paura di un passo falso delle istituzioni, della piega cui potevano condurre determinate, eventuali, visioni politico-economiche. 

È l’esperienza di una cittadina trascinata nel cliché già vissuto da una miriade di località turistiche dagli anni 70 ad oggi, che hanno accarezzato il mito del turismo industriale e che hanno scelto di diventare, o meno, l’accessorio del resort di turno. 

Tornando al saggio, San Vito Lo Capo esce fuori dallo stereotipo (talvolta auto) celebrativo cui siamo avvezzi, senza tuttavia perdere la sua bellezza. Anzi.

Una bellezza autentica, fatta di piccole e grandi criticità, di scommesse, di una grande forza ma anche di ingiustificabili debolezze.

Una bellezza che le impone, oggi, di affrancarsi dal binomio sole-mare e da un modello di turismo trapassato ed inesorabilmente legato a flussi massivi di persone.

San Vito Lo Capo è splendidamente imperfetta e, forse, proprio per questo è di fatto ancora autentica. 

Qui nessuno può avere la ricetta vincente ma di sicuro promuovere piani di lettura scomodi, alternativi, può aiutare a mettersi a nudo, facendo di questa nudità spunto di riflessione.

Un saggio che partendo da San Vito come case study propone l’immagine di un turismo talvolta claudicante nei risultati, da noi così come in Sicilia, in l’Italia e, perché no, nel resto del mondo. 

Potete acquistarlo qui.

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