il nostro Comitato è stato invitato dal Sindaco di San Vito Lo Capo a partecipare a un tavolo d’ascolto tematico propedeutico alla preparazione del Piano Regolatore Portuale, avente ad oggetto le “Linee guida per la redazione del Piano Regolatore Portuale e delle progettazioni inerenti il porto di San Vito Lo Capo”

Il porto di San Vito Lo Capo: vi raccontiamo il tavolo d’ascolto tematico per la preparazione del Piano Regolatore Portuale

Vi abbiamo già detto (qui) che il nostro Comitato è stato invitato dal Sindaco di San Vito Lo Capo a partecipare a un tavolo d’ascolto tematico propedeutico alla preparazione del Piano Regolatore Portuale, avente ad oggetto le “Linee guida per la redazione del Piano Regolatore Portuale e delle progettazioni inerenti il porto di San Vito Lo Capo” (Delibera Consiglio Comunale del 29-08-2022 n. 30).

Il tavolo si è tenuto venerdì 27 gennaio e noi c’eravamo.

C’erano il Sindaco Giuseppe Peraino, l’Ingegnere Elio Ciralli, incaricato dell’elaborazione del Piano Regolatore Portuale di San Vito Lo Capo, l’Assessore Nino Ciulla, la Segreteria.

Gli invitati erano, oltre a noi, Legambiente Sicilia e gli ordini professionali della provincia di Trapani (architetti, geometri, ingegneri).

A questo incontro, il nostro primo tavolo istituzionale, ha partecipato con noi l’architetto Sebastiano Provenzano – dello studio Provenzano Architetti Associati – che ha realizzato su nostra istanza, e sulla base dei nostri obiettivi sociali, una presentazione e un documento di indirizzo per la redazione del Piano Regolatore Portuale di San Vito Lo Capo. 

Non è un caso che sia stato lui ad accompagnarci a questo importante incontro.
Da sempre condivide con noi i valori e lo spirito di iniziativa che hanno portato alla nascita del comitato e ci ha sostenuto anche in passato fornendoci consigli e strumenti utili ad affrontare le nostre battaglie. 

Che cosa significa che abbiamo depositato un nostro documento di indirizzo?

Significa che abbiamo contribuito al tavolo tematico attraverso l’elaborazione dei principi che più rispecchiano il nostro pensiero, con l’auspicio che il progettista e l’autorità politica possano tenerne conto ai fini delle proprie rispettive elaborazioni (progettuali l’uno, politiche l’altra).

Il “nostro” porto è un Porto di Comunità: è dimensionato alle attuali esigenze di tipo piccolo-medio diportistico e peschereccio.

L’Architetto Provenzano lo ha declinato in 5 punti cardine che rispecchiano la nostra visione.
La visione che, con massima coerenza, da 4 anni vi illustriamo.

IL DOCUMENTO REDATTO DALL’ARCHITETTO PROVENZANO LO ABBIAMO DEPOSITATO IN SEDE COMUNALE E VI INVITIAMO A LEGGERLO QUI.

Dopo la presentazione dell’arch. Provenzano, ciascuno dei presenti è stato caldamente invitato a rappresentare la propria opinione.
Gli ordini professionali, non potendo esprimersi nel merito di una infrastruttura che, ad oggi, non ha un riscontro progettuale, hanno anch’essi palesato la necessità di una progettualità concretamente sostenibile sia da un punto di vista paesaggistico che logistico. 

Legambiente, nella persona del Presidente Regionale Giuseppe Alfieri, ha contribuito al tavolo con un intervento di cui condividiamo ogni singolo passaggio. Un intervento improntato alla logica moderna dell’alleggerimento dei flussi e della salvaguardia del bene assoluto della natura. Soprattutto, ha precisato il Presidente, l’associazione si opporrà a qualsiasi eventuale tentativo di modifica di destinazione funzionale del porto di San Vito Lo Capo.

Noi ci siamo chiesti, e abbiamo chiesto al Sindaco Giuseppe Peraino e all’Ingegnere Elio Ciralli, se siano state analizzate le conseguenze di una eventuale apertura della nostra località ai flussi di “passeggeri” (termine estremamente volubile) e all’accesso di natanti di notevoli dimensioni.

È una domanda che abbiamo già posto in precedenza alla nostra Amministrazione.

Al tavolo del 27 gennaio la risposta è stata che le parole oggetto della nostra preoccupazione sarebbero state estrapolate dalle linee guida senza una lettura organica del testo della delibera la quale reca, al punto a), gli obiettivi di sostenibilità perseguiti nella riconfigurazione dell’infrastruttura.

Ma noi la delibera l’abbiamo snocciolata e analizzata puntualmente, e siamo andati oltre: l’abbiamo contestualizzata nel trend politico istituzionale in materia di portualità.

Non è quindi un’opinione formatasi con leggerezza, né con spirito di polemica, quella espressa al tavolo d’ascolto: è la fredda analisi dei fatti e del ripetersi di un determinato linguaggio istituzionale.

Un linguaggio istituzionale che a livello nazionale abbiamo riscontrato, tra l’altro, nell’analisi di Fabio Balocco de “Il Mare Privato”, in cui si analizzano le conseguenze della forte spinta centrale all’occupazione dei mari e delle coste (Fabio Balocco collabora col Comitato sin dal 2019); che, a livello regionale da anni incalza un “potenziamento delle numerose strutture espressamente dedicate al diporto”. Ciò nonostante le infrastrutture a terra continuino a restare il simbolo di una mobilità in crisi (lo scriveva per noi Marco Bova ne “Il Risiko dei Porti” nel 2019).

In questo contesto riteniamo dunque legittimo porsi, e porre, domande sul linguaggio delle delibere comunali rispetto a termini quali: passeggeri, grandi natanti, metropolitane del mare, idrovolanti, sviluppo delle attività collegate all’uso legittimo del mare, minicrociere. 

Non possiamo oggi guardare al porto, così come a qualsiasi altra struttura o infrastruttura, nella sua potenzialità di sviluppo economico, nell’escalation al rialzo del PIL. Semplicemente perché il concetto di sviluppo non è un assioma della matematica, ma è la capacità di assicurare al proprio territorio la dignità di un futuro solido, poggiato sul rispetto del pregio naturalistico, e di quello sociale ed economico, che lo ha reso così prezioso agli occhi di tutti.

Non resti sottintesa, infine ma non meno importante, la gratitudine del Comitato per l’invito ricevuto dal Sindaco e per l’attenzione riservataci dall’Ingegnere Elio Ciralli.

L’aver instaurato questo itinerario di dialogo e l’aver mostrato interesse per le istanze espresse durante l’incontro rappresenta un passaggio che è un simbolo di crescita tangibile della nostra comunità.

E adesso? 

Continueremo a seguire lo sviluppo del procedimento. Parteciperemo in tutte le sedi in cui la legge riconosce il nostro interesse. E la strada sarà lunga, ma noi abbiamo gli strumenti, il supporto e i professionisti giusti per mettere i nostri principi a servizio della comunità.

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